“Martedì 7 gennaio 2014. La Corte Europea dei diritti
dell'uomo condanna lo stato italiano che, non permettendo di concedere ai figli
di portare il cognome materno, viola le direttive comunitarie. La Corte obbliga
perciò il Parlamento Italiano a legiferare in merito, ma l'11 gennaio è il
Consiglio dei Ministri a esprimersi, con un disegno di legge, affinché l’ufficiale
di stato civile proceda con l'iscrizione all’atto di nascita del cognome
materno, esclusivamente in caso di accordo tra entrambi genitori. Ad avere
l'ultima parola è quindi il padre.
Il provvedimento non
entra mai in vigore e si attende di poterne discutere in aula fino a quando lo
scorso 16 luglio arriva alla Camera. L'approvazione unanime in commissione
consente infatti a Michela Marzano – ordinaria di filosofia morale presso l'Università
Sorbonne di Parigi, autrice di diversi saggi, collaboratrice di Repubblica e
deputata del PartitoDemocratico – di essere, in quanto prima firmataria, la
relatrice per l'approvazione del disegno di legge. […]”
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