martedì 31 dicembre 2013

Il mio Duemilatredici!

E' consuetudine a fine anno parlare di sogni, speranze e buoni propositi...e anche di quello che l'anno che sta per finire ci ha regalato. Ogni anno si cresce e si cambia un po', si incrociano nuove strade, si intraprendono nuove avventure...e anche il 2013 per me è stato un anno di piccoli cambiamenti e conquiste. E' stato un anno che ha stravolto i miei ritmi, le mie consuetudini, la mia quotidianità...e tutto forse è partito proprio dalle mie più grandi passioni: la scrittura e la politica.

E' stato l'anno in cui ho iniziato a pubblicare per davvero qualche articolo su un giornale oniline: IlNadir.net e a sentire che forse scrivere  potrebbe un giorno, sul serio, diventare il mio mestiere; è stato l'anno in cui ho visto la mia foto apparire tra quella di blogger "seri", giornalisti, scrittori o semplici appassionati di scrittura nella home page di Tiscali.it insieme ad alcuni miei pezzi che la celeberrima pagina web ha voluto pubblicare.

E' stato sicuramente l'anno di Centro Democratico, il partito di Bruno Tabacci al quale ho deciso di aderire sin dall'inizio e che oggi mi vede Coordinatrice Nazionale del gruppo Giovanile. E' stato l'anno di riunioni, assemblee, bandiere, liste, di innumerevoli e lunghissime telefonate, dei minuti della Vodafone che erano sempre troppo pochi. E' stato un anno di grandi soddisfazioni e di piccoli traguardi raggiunti. Di incredulità e bellezza. E' stato l'anno di sogni fatti ad occhi aperti che diventavano reali.

E' stato l'anno di me che sono ad un tratto diventata "La ragazza con la valigia". L'anno dei via vai in treno. L'anno della Capitale che ormai è diventata la mia seconda casa; Roma tra frenesia, traffico, orari da rispettare e mille impegni, mi ha accolto sempre con splendidi tramonti e cieli stellati che mi hanno riscaldato il cuore. E' stato l'anno di Avezzano dove ho lasciato la mente e un pezzetto di cuore; dell'Abruzzo, la terra degli arrosticini e delle prese in giro per il freddo, delle serate a tirar tardi o a dormire quasi nulla; degli appunti e delle interviste; della gioia sincera e dello sconforto nel vedere ancora città abbandonate a loro stesse; degli occhi lucidi al momento di partire, di quattro giorni che mi hanno regalato così tanto da sembrare mesi interi. E' stato l'anno di Verona, dell'Arena, di un concerto meraviglioso...ancora una volta è stato l'anno di Luciano che stavolta ho visto finalmente da vicino tanto da poter guardare quelle magnifiche ed espressive rughe e l'emozione nei suoi occhi; quel viaggio mi ha lasciato dentro qualcosa che non si può raccontare, tra lacrime, sorrisi, vento e musica con accanto mia Madre che mi guardava incredula. E' stato l'anno di Firenze, di una città dove si respira ad ogni passo storia e bellezza; di un week-end nato per caso che è stato semplicemente meraviglioso. E poi si, è anche stato l'anno di Torre del Greco, di complicità consolidate; di brindisi, risate, delle corse nelle scale e delle "paste" che non abbiamo mangiato alle quattro del mattino.

E' stato l'anno dei soliti amici, della mia splendida famiglia e di tutti coloro che fanno da sempre parte della mia vita; ma soprattutto se guardo al 2013 lo vedo come l'anno che ha portato nella mia vita tante nuove bellissime persone, l'anno delle nuove amicizie, quelle che non ti aspetti e che ti riempiono il cuore e i giorni con dei semplici e piccoli gesti. E' stato l'anno dei sorrisi divertiti, delle risate urlate a squarciagola, delle nottate in macchina e delle belle emozioni; l'anno dei biscotti, dei bicchieri e delle pizze, l'anno delle parole che spesso non sono abbastanza per raccontare quanto bene si sta; l'anno delle emozioni forti, degli abbracci che riempiono gli occhi di lacrime felici, degli sguardi complici e delle conversazioni di whats'app...e su facebook...e su skype...insomma l'anno che siamo lontani ma #TecnologiaGrazieDiEsistere.

Il mio 2013 è stato tutto questo!































martedì 1 ottobre 2013

Qualcuno era comunista. - IlNadìr.net

"Si chiamava Claudio Miccoli, aveva vent’anni ed era comunista…o forse no. Aveva barba e capelli lunghi Claudio, era un ambientalista, un pacifista; era consigliere regionale militante nel WWF e questa era la sua colpa; soltanto questo bastò ad un gruppo di neofascisti la sera del 30 settembre 1978 per picchiarlo e ferirlo a morte. [...]"


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giovedì 26 settembre 2013

Quanta vita mi hai passato...

Ho attraversato l'Italia su un treno stracolmo che viaggiava con 70 minuti di ritardo e che ne ha accumulati nel tragitto altri 20; sono partita dalla Calabria piena di energia e sono arrivata in serata in Veneto dove le temperature e l'accoglienza -devo dirlo- non sono state proprio delle migliori; ho passeggiato per la città e sono rientrata a casa nel week-end dopo aver trascorso questa piccola vacanza più nelle stazioni sparse in tutto il paese che negli hotel...ma decisamente PER TE rifarei tutto!



E' passata esattamente una settimana, ma -per dirla con parole tue- l'Arena mi tiene ancora lì, ferma. Così ferma che ancora oggi se solo ci ripenso e riguardo qualche video mi sembra di risentire profumi, odori e magia di quella serata. 

Posti numerati, poltronissime...ma troppa adrenalina in circolo per arrivare poco prima del concerto: jeans, una t-shirt e via già alle 19,00, senza nemmeno un filo di trucco...e a che sarebbe servito? Lo sapevo che non sarei riuscita a trattenere le lacrime.

Già in mattinata entrando all'Arcovolo14, la sede del barMario, avevo sentito gli occhi diventare lucidi: sarà stato vedere la tua gigantografia, leggere "Arena 2013...IO C'ERO!", sapere che quello intorno a me era fisicamente il bar, il Fan club che è un po' la casa di tutti noi fan; ascoltarti e guardarti in Tv in un vecchio live o forse semplicemente realizzare che quel sogno di vederti lì, in quello scenario magnifico, stava per diventare realtà...non so cosa sia stato; magari tutte queste cose insieme, so solo che è stata una bella botta. 

Ma è stato entrando in Arena, camminando in avanti e trovando il mio posto che lacrimoni veri e caldi mi hanno rigato il volto. Avevo studiato la piantina miliardi di volte eppure guardavo incredula ed estasiata la poca distanza tra il mio posto a sedere e il palco, dal vivo è stata decisamente un'altra cosa! Non potevo non pensare che poco più di un'ora dopo tu saresti stato su quel palco, e ci avresti regalato, MI avresti regalato, tutta la tua bellezza.

Lo spettacolo, inutile dirlo, è stato meraviglioso; l'ho vissuto così intensamente che diventa difficile adesso soffermarmi su un punto solo e ricordarlo...è stata un'invasione, un'inondazione di emozioni; l'ho vissuta così bene che solo ora, se ci ripenso, mi rendo conto che quello, quello lì di fronte a me..eri davvero TU!

Ogni cosa è stata magnifica, ogni tassello di questo splendido puzzle di emozioni che mi "passi" ogni volta era al suo posto; anche il non vederti allargare le braccia in "Atto di fede" forse per colpa di quella frattura alla spalla che però non ti ha impedito di regalarci concerti strepitosi, anche quella piccola sbavatura su "Il sale della terra" e il tuo gesto con la mano sono stati perfetti...perchè hanno reso ancora più unico "il nostro" concerto. 

Nè le foto e neppure le mie parole sapranno mai rendere giustizia a quello che il 19 settembre è stato o descrivere quanto quella sera mi hai dato...una sola parola, ancora una volta: GRAZIE!

martedì 10 settembre 2013

Semplicemente grazie!

Può sembrare solo retorica, possono sembrare delle frasi fatte ma davvero, nonostante le levatacce, i ritmi frenetici e lo stress, questi pochi giorni trascorsi in Abruzzo mi resteranno nel cuore...o forse è più giusto dire che lì, in quella terra bella e dimenticata dalle istituzioni, ho lasciato un pezzetto del mio cuore.

L'ho lasciato tra le macerie de L'Aquila, davanti alla casa dello studente che s'è portata via 4 anni fa tante giovani vite, l'ho lasciato nel verde degli alberi del parco nazionale e tra i colori delle case di Pescasseroli, nel centro storico di Pescina e ad Avezzano, dove ci hanno accolto tutti come fossimo di famiglia...e un pezzetto del mio cuore certamente l'ho lasciato tra i sorrisi e gli abbracci dei ragazzi che -seppure conosciuti poco tempo fa- oggi so di poter considerare amici.

Questo è solo l'inizio, tante avventure ci aspettano...e non vedo l'ora di rivedervi e ricominciare insieme.

Grazie di tutto!



mercoledì 4 settembre 2013

Giovani Itinerari

Si terrà dal 6 all'8 Settembre ad Avezzano, in Abruzzo, la scuola di formazione politica a cura dei Govani del Centro Democratico. 
"Giovani Itinerari. Beni comuni e beni relazionali" è il titolo che abbiamo scelto per questi tre giorni in cui parleremo di ambiente, integrazione, lavoro e cultura ritrovando e riscoprendo questi importanti temi nel loro significato fondamentale di BENE COMUNE.
Cliccando qui potrete conoscere il programma e tutte le informazioni per raggiungerci.

Seguiteci nei prossimi giorni su Facebook, Twitter e Instagram con l'hastag #GiovaniItinerari


domenica 1 settembre 2013

Poker d'assi - ilNadìr.net

"Nella mattinata di ieri è arrivato l’annuncio: il nostro Parlamento si è arricchito di 4 nuovi Senatori a vita nominati dal Presidente Giorgio Napolitano. Il Capo dello Stato ha motivato la sua scelta come un segno di continuità istituzionale, certo che dai nuovi Senatori verrà un contributo peculiare, in campi  altamente significativi, alla vita delle nostre istituzioni democratiche, e - in assoluta indipendenza da ogni condizionamento politico di parte - all'attività del Senato e dell'intero Parlamento" [...]"


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domenica 21 luglio 2013

Lettera di una Calabrese disgustata - IlNadìr.net

"Venerdì 24 maggio: ascolto la notizia al Tg, una ragazza di quindici anni è stata uccisa dal suo fidanzatino, il giovane l’ha accoltellata e le ha poi dato fuoco mentre era ancora viva. Succede a Corigliano Calabro.
Fa uno strano effetto sapere una cosa del genere. Siamo purtroppo tristemente abituati ad ascoltare troppo spesso di donne uccise dai propri compagni, ma, quando queste cose si sentono in Tv sembra sempre che siano lontane, quasi surreali. Se però un fatto del genere accade a due passi da casa tua improvvisamente tutto prende colore e diventa vero, spaventosamente vero. [...]"




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domenica 30 giugno 2013

Benvenuta Croazia! - ilNadìr.net

"L’Unione Europea si allarga, arriva la Croazia.
Dopo 6 anni dall’ingresso di Romania e Bulgaria tocca oggi al piccolo paese dei Balcani che - resosi indipendente dalla ex Jugolsavia nel 1992 - sarà, a partire dalla mezzanotte di questa sera, il ventottesimo stato membro dell’UE.

Nella capitale, Zagabria, è tutto pronto: una sobria cerimonia, in rispetto della crisi, alla quale prenderanno parte molti grandi leader europei, compresi il nostro Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e il ministro degli esteri del governo Letta, Emma Bonino, accompagnerà l’entrata della Croazia nell’Unione, un piccolo passo che risulta essere però un grande traguardo. [...]"



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martedì 18 giugno 2013

Sempre nelle mie scarpe!

Non sono mai stata una grande appassionata di scarpe...agli armadi pieni di decolleté in pelle ed eleganti, o sneakers sportive e colorate ho sempre preferito le borse: grandi, piccole, clutch, pochette, maxipochette, a tracolla e chi più ne ha più ne metta. Insomma, per dirla alla Sex and the City più che delle Manolo di Carrie sono una fan della Birkin Bag di Samantah!

Lo spunto per parlare delle mie scarpe e dei piccoli traguardi raggiunti con "loro" l'ho avuto però leggendo dell'iniziativa "A passo di donna" di IO donna, il settimanale femminile del Corriere della Sera a cui ho deciso di partecipare. A tutte le partecipanti al concorso a premi è stata posta una domanda: Dove ti hanno portata le tue scarpe? Ed io allora ci ho pensato...



Ci sono state ad esempio le mie prime scarpette da punta…profumate, rosa, un po’ scomode è vero; ma l’emozione che si prova quando le senti strisciare sulle tavole del parquet della sala da ballo o sul tappeto sopra il palcoscenico…è indescrivibile. Nella mia scuola di danza indossare “le punte” significava entrar a far parte dei “grandi”, iniziare a danzare come una ballerina vera. Poco importava se insieme a quelle scarpette arrivavano duroni, calli, dita insanguinate e cerotti…”salire” sulle punte, averle ai piedi era una vera e propria conquista.  


Ci sono stati poi quegli unici stivali che riuscivo ad infilarmi quando il mio ginocchio faceva i capricci. A causa di una caduta dagli ski, dopo 8 anni trascorsi nella mia sala da ballo, ho appeso le scarpette al chiodo per colpa di un piccolo infortunio…e poche erano le scarpe che riuscivo a tenere ai piedi senza che mi dessero fastidio! Tra tutte un paio di stivaletti un po’ vecchiotti erano i miei preferiti e se dovevo uscire…c’erano solo loro! Dopo un intervento, dopo interi giorni passati immobile a letto, dopo aver trascorso ore durissime a fare fisioterapia…riprendere a camminare –per la prima volta “normalmente”- nel corridoio della palestra, sotto gli occhi del fisioterapista e come se nulla fosse successo, stavolta in un paio di scarpe da ginnastica…è stata una bella emozione!

E i primi “tacchi” chi se li scorda? Non li avevo mai amati tanto…ma per il Compleanno di 18 anni di un compagno di classe, il primo della comitiva a raggiungere la maggiore età, erano indispensabili! Una serata intera a ballare, saltare, cantare, ridere…e un ritorno a casa in macchina con i piedi doloranti.

A riguardarle adesso quelle scarpe non sembrano nemmeno avere un tacco che possa definirsi tale…il primo vero paio di “scarpe alte” le ho comprate per i miei 18 anni, dieci mesi più tardi! Avevo passato pomeriggi interi nei negozi per riuscire a trovare un vestito che fosse elegante ma non eccessivo; carino, femminile e magari un po’ diverso dai miei “soliti” abiti che mia Madre ama definire monacali. Avevo alla fine scelto un tubino nero, non il classico tubino ma un vestitino in ciniglia dalla scollatura simpatica e non troppo profonda, spezzato sotto il seno e che cadeva morbido sui fianchi…per il vestito il problema era quindi  risolto, ma le scarpe erano il mio vero incubo! Ovunque andassi mi propinavano sandali gioiello inguardabili, scarpe con plateau che sembravano trampoli o decolleté dai colori improponibili…decisamente non il mio genere! Poi, un giorno, passando davanti ad un negozietto le ho viste: nere, scamosciate, con un piccolo fiocchetto sul lato esterno che le impreziosiva e gli donava un po’ di luce, semplicissime, proprio come le cercavo! Le ho trovate e ci ho trascorso “su” un’intera serata…non è anche questo un traguardo?

Il giorno del mio esame di maturità invece, lo ricordo bene, indossavo delle scarpe da ginnastica bianche coi lacci dorati. Quelle scarpe mi hanno accompagnata nel mio continuo andirivieni nei corridoi, in attesa di essere interrogata…per anni la prima nell’appello, ma l’ultima a sostenere l’esame di maturità! E’ un misto di ansia, paura, emozione e felicità che ti scorre dentro in quegli attimi…e anche se l’università mi sta abitando a sostenerne diversi, l’emozione dell’esame di maturità resta unica. Quel giorno, durante l’interrogazione, ho visto i sorrisi soddisfatti dei miei professori, li ho sentiti come complici e non avversari…capendo che forse nei 5 anni che avevano preceduto quel momento lo erano sempre stati ma noi studenti non ce n’eravamo mai accorti; ho sostenuto il mio esame, ho stretto la mano al Presidente di commissione e mi sono portata a casa, soddisfatta, il mio 100.


Ballerine…si erano ballerine (stavolta non quelle da punta, ma il modello più “comune” utilizzato da me come da altri milioni di donne quando vogliono stare un po’ comode) le uniche scarpe messe ai piedi e portate con me nel viaggio capitolino dello scorso maggio. Valigia preparata in fretta, dopo una breve vacanza e rientrata a casa di domenica sera...martedì di nuovo sul treno, pronta per una nuova avventura. Un bagaglio a mano piccolissimo, giusto per un paio di giorni…biancheria, una cambiata, pigiama…e le scarpe? Non ne porto altre, solo le mie nuove ballerine nere a pois…che stanno bene con tutto! Due giorni trascorsi con il terrore che piovesse da un momento all’altro e che i miei piedi si bagnassero nelle mie scarpe rasoterra, ma alla fine il sole ha avuto la meglio. E sono state proprio le mie ballerine a pois, in pendant con la giacca, a condurmi sul palco di un importante incontro di partito a livello nazionale di cui sono diventata quel giorno rappresentante nazionale giovanile.

Avrei voluto raccontare tutto questo nel concorso di IO donna, ma i caratteri disponibili erano solo 140 ed ho dovuto scegliere un solo traguardo (...e paio di scarpe!). Di certo quello più importante e significativo è stato per me la maturità (le scarpe in foto sono appunto quelle che indossavo il giorno dell'orale), per cui se volete votare per me potete farlo al link che trovate qui registrandovi (se non lo avete già fatto al sito di Io Donna, della 27esimaOra su Gazzetta.it o Corriere.it ) e cliccando su "Vota" (Non basta cliccare "Mi piace"). Non dimenticate che votando potreste vincere anche voi, in quanto ci sono dei premi anche per i votanti!

A proposito di Maturità ne approfitto per fare i miei auguri a tutti i maturandi che proprio stasera vivono la loro "Notte prima degli esami". Gustatevela fino in fondo, assaporatene la magia e unicità e non preoccupatevi troppo...in bocca al lupo!

venerdì 7 giugno 2013

La matematica non sarà mai il mio mestiere...

Ore 10, mia zia al telefono...alle 10 e 30 c'è la recita di mio cugino, mi dice..."Che fai, vieni?"
E allora i libri si chiudono e si esce.
 
Arrivo a scuola e mi trovo di fronte a tanti ragazzini di quinta elementare in maglie bianche che cantano "Calabrisella mia" (che, vi dirò, mi piace sempre) ed una canzone sul mio paesello, Diamante. Un altro gruppetto dell'istituto di Buonvicino ci propone invece una simpaticissima tarantella...e sono contenta -dopo le innumerevoli polemiche di questi ultimi periodi- di poter scorgere negli occhi divertiti dei bambini la bellezza delle tradizioni della mia terra. (A proposito...la ballano meglio di me! - ndr)
 
 
 
 
Assieme a loro  nella palestra di quella scuola che per tanti anni è stata anche la mia, ci sono i ragazzi della scuola che sta per accoglierli...ed in particolare oggi i protagonisti sono quelli che frequentano la terza media.
 
Seduti a terra...anche loro in maglia bianca, jeans e qualche risata; tutti vicini ad assaporare a pieno questa giornata che segna la fine di un percorso e l'inizio di una nuova avventura...dall'anno prossimo si diventa grandi!
 
Sono più tecnologici, per questi giovani giusto un balletto iniziale...ci fanno vedere però dei bellissimi video proiettati al muro e di fronte a noi scorrono immagini delle gite, delle giornate in classe o semplicemente delle uscite tutti insieme, accompagnate da canzoni che personalmente mi emozionano un po': "Notte prima degli esami" e "Forever Young".
 
Li guardo mentre tra sorrisi e tante lacrime rivedono loro stessi in questi anni, e penso alla mia di classe, quella del liceo, quella degli amici che non passano mai. Mi capita sempre di pensarci soprattutto di questi periodi; ricordando l'ansia incredibile che tutti avevamo in attesa degli esami, quelle giornate lunghissime e quel senso di incertezza e di felicità che forse si prova solo durante la magia della famosa "Notte prima degli esami".
 
Quelle canzoni a me tanto care. hanno accompagnato anche il "nostro" video proiettato al pranzo dei 100 giorni...un video che aveva l'arduo compito di riassumere in meno di 10 minuti 5 anni pieni, freschi, belli, indimenticabili.
 
Trascorsi tutti insieme, sempre.
Come in ogni gruppo di amici le discussioni non sono mai mancate, le incomprensioni forse sono state troppe...ma l'affetto e le emozioni sicuramente di più! A dispetto di chi non ci credeva, anche adesso che capita di vedersi meno, quando ci ritroviamo è come se fossimo sempre lì...nell'aula con l'inchiostro sul soffitto.
 
Vi voglio tanto bene V G.

domenica 2 giugno 2013

Una e Indivisibile...

Le solite polemiche sui costi (obiettivamente eccessivi!) della parata; gli Articoli della Costituzione scritti su ogni bacheca di Facebook e seguiti da commenti sarcastici che ne descrivono la lontananza dalla realtà; poca, pochissima partecipazione e poco "senso dello Stato" in questo 2 Giugno.

Ma occorre ricordare quello che è stato. Proprio oggi, soprattutto oggi, nell'Italia della crisi, delle contraddizioni e delle incertezze è necessario riportare alla mente quegli uomini e quelle donne che hanno reso possibile un sogno chiamato Repubblica, un sogno che profumava di futuro e che spetta a noi proteggere e -se necessario- ricostruire, sapendo che nulla può cambiare se ciascuno di noi non fa la sua parte.




"«La politica è una brutta cosa»«che me ne importa della politica»: quando sento fare questo discorso, mi viene sempre in mente quella vecchia storiellina, che qualcheduno di voi conoscerà, di quei due emigranti, due contadini, che traversavano l’oceano su un piroscafo traballante.
Uno di questi contadini dormiva nella stiva e l’altro stava sul ponte e si accorgeva che c’era una gran burrasca con delle onde altissime e il piroscafo oscillava. E allora questo contadino impaurito domanda a un marinaio: «Ma … siamo in pericolo?», e questo dice: «Se continua questo mare, il bastimento tra mezz’ora affonda». Allora lui corre nella stiva a svegliare il compagno e dice: «Beppe, Beppe, Beppe, se continua questo mare, tra mezz’ora il bastimento affonda!». Quello dice: «Che me ne importa, non è mica mio!». Questo è l’indifferentismo alla politica.
È così bello, è così comodo: la libertà c’è. Si vive in regime di libertà, c’è altre cose da fare che interessarsi di politica. E lo so anch’io!
Il mondo è così bello, ci sono tante belle cose da vedere, da godere, oltre che occuparsi di politica.
La politica non è una piacevole cosa. Però la libertà è come l’aria: ci si accorge di quanto vale quando comincia a mancare, quando si sente quel senso di asfissia che gli uomini della mia generazione hanno sentito per vent’anni, e che io auguro a voi, giovani, di non sentire mai, e vi auguro di non trovarvi mai a sentire questo senso di angoscia, in quanto vi auguro di riuscire a creare voi le condizioni perché questo senso di angoscia non lo dobbiate provare mai, ricordandovi ogni giorno che sulla libertà bisogna vigilare, dando il proprio contributo alla vita politica."
 
 
Piero Calamandrei


Auguri alla Repubblica, Una e Indivisibile.

 

lunedì 27 maggio 2013

La MIA Calabria...è un'altra!

Questo post nasce come risposta ad una lettera di tale Francesca Chaouqui pubblicata questa mattina sul "La Ventisettesima ora", blog del Corriere della Sera. Potete leggere la lettera in questione cliccando qui.



Sono nata in Calabria anche io, 21 anni fa, non troppo lontano da Corigliano…ho sempre amato la mia terra, anche con le sue difficoltà e anomalie e credo sinceramente che la lettera di Francesca non rappresenti affatto la Calabria che vivo io. Anzi, sono stufa, stanca ed arrabbiata, non mi va più di leggere di questi luoghi comuni. Sentiamo ai TG notizie orribili provenire da ogni parte del mondo, ma ogni volta che una tragedia colpisce un calabrese siamo tutti pronti a puntare il dito contro una società che riteniamo arretrata, antica, sbagliata…e devo constatare tristemente che i primi a farlo sono proprio quei calabresi che vivono ormai da tanto lontano dalla loro terra e che forse il sud di cui amano tanto parlare non lo conoscono affatto.

Sono figlia unica e sono donna, femmina…nessuno in casa mia ha mai fatto voto a San Francesco perché nascesse un figlio maschio e, sono sicura, che se i miei nonni –chiaramente molto devoti come ogni anziano in Italia- hanno pregato San Francesco o qualsiasi altro Santo prima della mia nascita, è stato solo per chiedergli che nascessi sana, forte e che potessi crescere felice.

Mi divido oggi tra il mio Paese, un borgo marittimo di 5000 anime, e Salerno, la cittadina che mi ospita per ragioni universitarie. Torno a casa mia ogni volta che posso ed è nella terra che mi ha visto nascere che spero di poter costruire il mio futuro. Non ho mai sentito l’esigenza di scappare, ho vissuto una vita serena, un’infanzia spensierata e -confrontandomi oggi con chi in città è cresciuto- mi rendo conto anche più “libera” di tante mie coetanee, perché la tranquillità e la libertà che può offrirti un paesino non sono paragonabili alla frenesia di Roma, Milano o Bologna.

Come ogni mia coetanea ho studiato, ho partecipato alle gite scolastiche, ho fatto l’alba in discoteca, sono partita in vacanza con le amiche…e senza sentirmi mai dire da nessuno “Non puoi farlo perché sei femmina”. I miei genitori mi hanno sostenuta in ogni scelta, non mi hanno mai fatto credere che non potessi fare ciò che volevo o diventare quello che volevo essere; non si sono mai permessi di scegliere per me…hanno sempre e solo fatto il loro dovere di genitori: mi hanno consigliata, indirizzata se necessario, ma l’ultima parola è sempre stata la mia!

Con mia madre poi, ho un rapporto splendido. Sa consigliarmi con la tenerezza e la fermezza di una Mamma e sa essere la mia migliore amica quando ho bisogno di sfogarmi con lei e di raccontarle tutto…ascoltandomi, consolandomi, abbracciandomi.

Ho amici maschi, tanti amici…compagni di scuola o di giochi sin da quando ancora eravamo bambini e personalmente  non li ho mai sentiti vantarsi della loro prima volta, il loro “battesimo del fuoco” come lo chiama la cara Francesca Chaouqui, come se dopo un’esperienza così fossero diventati davvero uomini. Sono sicura che qualcuno di loro –nelle conversazioni tra amici- avrà anche raccontato delle sue “performance” vantandosi e magari inventando, ma non in maniera diversa da un qualsiasi altro adolescente che vive in Italia o sparso per il mondo. Se le ragazze non amano parlare della loro vita sessuale è perché fisiologicamente il mondo femminile è portato a vivere alcune esperienze in maniera più profonda e personale…e in questo poco conta la provenienza geografica.

E’ vero…in Calabria e al sud siamo ancorati alle tradizioni…forse è per questo che ci chiamano antichi, ma io di quelle tradizioni non cambierei proprio nulla. Adoro il senso di appartenenza familiare che ci convince a festeggiare qualunque cosa circondandoci dei nostri cari; mi piace tantissimo vedere i miei nonni ancora oggi, dopo 54 anni, felici uno accanto all’altra dopo essersi scelti per vivere una vita insieme; mi piace che mia nonna tagli ancora la frutta per tutti in famiglia, quando pranzo da lei, e che mio nonno mi dia la paghetta settimanale anche ora che ho più di vent’anni! Se questa è l’arretratezza di cui siamo colpevoli…ben venga!

Non ho mai visto attorno a me nessun uomo dimostrare la sua virilità con la violenza e sinceramente ricercare le origini della brutalità che hanno spinto il fidanzato di Fabiana a compiere lo scorso venerdì un gesto tanto orrendo, nelle sue distorte “radici calabresi”…mi sembra solo l’ennesima giustificazione ad un problema ben più ampio.

Il femminicidio non ha regioni di appartenenza né nazionalità; è un fenomeno che tristemente si espande a macchia d’olio e i tanti, tantissimi casi ne sono purtroppo la dimostrazione.  

Non vivo nel mondo delle favole, so che la mia Calabria –come ogni regione d’Italia- ha tanti problemi…e forse ne ha anche qualcuno in più! Sono una sentimentale, un’idealista; ho sempre pensato che per risolverli quei problemi di cui tanto ci lamentiamo fosse necessario restare, perché partire è un po’ arrendersi….nonostante questo non me la sento di condannare chi in cerca di un lavoro, di nuove opportunità o di esperienze diverse sceglie di partire...nella vita ognuno fa ciò che vuole. Non mi piacciono però quei calabresi che rinnegano le proprie origini e fanno di tutta l’erba un fascio, quelli che si sentono “cittadini” solo perché si sono realizzati in qualche grande metropoli e non si rendono conto che la loro mentalità chiusa e i loro luoghi comuni sono quanto di più “piccolo” e provinciale possa esistere al mondo!

venerdì 24 maggio 2013

La satira che aiuta la politica - ilNadir.net

"Dove c’è politica c’è satira. E’ così da sempre, a partire dalle imitazioni del Bagaglino degli anni ‘90 che ci mostravano i nostri politici in tutti i loro difetti, fino ad arrivare a Crozza che nel suo “Paese delle meraviglie” non si fa mancare nulla: da Berlusconi a Bersani passando per Montezemolo e arrivando anche al Presidente Napolitano, ci pone davanti a situazioni paradossali che rispecchiano però perfettamente la realtà della politica italiana! Siamo abituati perciò a vedere i sosia dei nostri politici in tv, le imitazioni grottesche che li rappresentano in maniera più o meno veritiera, ma, come per tutte le cose, anche per la presa in giro politica il web ci ha offerto oggi una nuova frontiera che pare aver portato alcune volte a risvolti inaspettati. [...]"
 
 
Continua a leggere l'articolo su ilNadir.net cliccando qui.
 
 

giovedì 23 maggio 2013

Appunti di una vita dal valore inestimabile...

"Perché una società vada bene, si muova nel progresso, nell’esaltazione dei valori della famiglia, dello spirito, del bene, dell’amicizia, perché prosperi senza contrasti tra i vari consociati, per avviarsi serena nel cammino verso un domani migliore, basta che ognuno faccia il suo dovere."

Giovanni Falcone.


 La strage di Capaci 21 anni fa ci portò via Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Vito Schifani, Rocco Dicillo, Antonio Montinaro.

Per non dimenticare.


lunedì 13 maggio 2013

Ventata di novità!

Si lo so, una blogger che non aggiorna per oltre 10 giorni e poi ritorna fugacemente solo con un pensiero (ma su due GRANDI della storia!) non merita di essere definita tale...però, lo giuro, ho avuto le mie buone ragioni!

Una tra tutte è che il mio Pc non da ancora segni di vita perciò il tempo per scrivere "rubando" il Computer a mia Madre è davvero poco. Vivo ormai i social network sull'iPhone e non potete capire quanto mi stiano mancando i tasti!!!!

A parte questa triste pagina che riguarda la tecnologia di casa mia, ci sono stati degli eventi totalmente positivi negli ultimi tempi che mi hanno però tenuta un po' lontana dal blog.

1) Ho partecipato lo scorso 4 Maggio alla prima Assemblea programmatica dei Giovani di Centro Democratico (nella sezione Media potete trovare qualche foto), un momento di incontro con tanti ragazzi proveniente da tutta Italia che condividono con me la passione per la politica e la dedizione agli ideali di questo nuovo partito che, nato nello scorso dicembre, proprio oggi inaugura la sua campagna adesioni. L'incontro ci ha permesso di conoscerci e soprattutto di tracciare una linea programmatica su come sarà impostata la politica del Movimento Giovanile.

2) Pochi giorni dopo, l'8 Maggio, -in seguito ad un continuo su e giù che mi ha portata a dividermi in poco meno di una settimana tra Diamante, Roma e Salerno- ho partecipato al Primo Consiglio Nazionale di Centro Democratico e, con un po' di orgoglio ed emozione, posso dirmi soddisfatta di essere stata inserita nell'Ufficio di Presidenza del partito come rappresentante giovanile.



3) Ultimo, ma non meno importante, ho iniziato a collaborare con una testata giornalistica on-line interamente gestita da giovani: ilNadir.net e proprio ieri il mio primo articolo è stato pubblicato nella sezione Politica.

Potete leggerlo cliccando qui. Del Nadir leggerete certamente anche oltre! 

Beh...ultimamente non posso lamentarmi, ho avuto un po' di cose da fare...che dite, perdonate la mia assenza? 

giovedì 9 maggio 2013

E contare e camminare insieme, lo sai fare?

"Quando si dice la verità non bisogna dolersi di averla detta.
La verità è sempre illuminante.
Ci aiuta ad essere coraggiosi."



La frase sopraccitata è di Aldo Moro, ma a pronunciarla sarebbe potuto essere anche Peppino. Se ne sono andati insieme in una notte, il 9 maggio 1978, Aldo Moro e Peppino Impastato. Il primo statista superlativo e precursore della storia, il secondo un giovane che ha avuto il coraggio di combattere dall'interno  le ingiustizie della mafia.

Il 9 maggio di qualche anno fa su di loro scrissi: "In un’Italia così presa dal denaro e dai giochi di potere, in un’Italia piena di stranezze e confusioni com’è l’Italia di oggi, è giusto a volte ricordare chi c’è stato prima di noi e ha provato a fare del bene, è giusto parlare delle grandi personalità del passato. “Uomini” li definirebbe Sciascia, non “Mezzi uomini”, non “Ominicchi”, nè tantomeno “Quaquaraquà”; semplicemente uomini, uomini capaci di morire per un ideale e di imboccare la strada più difficile. E’ di questo che ha bisogno l’Italia, di UOMINI, di persone che guardandosi indietro potranno dire di aver fatto di tutto…o per lo meno di averci provato!"

Oggi rimango più che mai fedele a quell'idea. In un Paese che ha perso la bussola ricordare chi la politica l'ha fatta con amore e passione, chi -ciascuno a suo modo- si è ribellato ad un sistema che non voleva condividere; ricordare due uomini così diversi tra loro eppure legati indissolubilmente da un medesimo destino, non può che farci bene ed aiutarci ad andare avanti, passo dopo passo.


"E allora forza, conta e cammina!"


domenica 28 aprile 2013

Il fattore "C".

Che l'esasperazione in Italia abbia raggiunto livelli stratosferici è dir poco...ed il giuramento del nuovo Governo Letta, a cui momentaneamente voglio concedere il beneficio del dubbio (anche se qualche commento non proprio positivo da fare già ce l'avrei!), sembra il momento ideale per compiere un gesto estremo.

E' a questo che deve aver pensato Luigi Preiti, separato dalla moglie e da poco rimasto senza lavoro, stamattina quando recandosi davanti a Montecitorio ha premuto il grilletto della sua pistola colpendo -anche con gravi conseguenze- due carabinieri ed una passante, una donna in gravidanza.

Gesti estremi dicevamo, non giustificabili...non è con la violenza che si risolvono le cose; la violenza non si giustifica mai, soprattutto se compiuta ai danni di gente -come i carabinieri coinvolti nella sparatoria- che non fa che svolgere il suo lavoro e di innocenti che si trovano al momento sbagliato nel posto sbagliato.

Servizi in tv, notiziari in edizioni speciali, testate giornalistiche online in subbuglio...e tutti raccontavano l'accaduto sottolineando una cosa: l'origine Calabrese dell'attentatore, come se fosse scontato che la provenienza da una regione purtroppo dilaniata dalla 'ndrangheta e dalla disoccupazione fosse sinonimo di delinquenza. Ho sentito frasi come "In Calabria è facile procurarsi una pistola!" ed altre tipo "E' Calabrese, sarà un pregiudicato!"...dichiarazioni vergognose!


Sono consapevole che la mia sia una terra difficile, ma mi hanno sempre fatto rabbia questi stupidi luoghi comuni. 

Quando Stefano Rodotá era stato "candidato" alla Presidenza della Repubblica, quando si inneggiava a lui come il Presidente del popolo ed il salvatore della patria, nessuno ha mai pensato di iniziare un servizio con le parole "E' calabrese".

E perchè?
Perchè non si parla mai dei traguardi raggiunti dalle nostre Universitá o di quel Sindaco che ha cambiato il volto ad una cittadina fino ad ora conosciuta solo per il suo aeroporto, anche scendendo in piazza a protestare insieme ai ragazzi delle "sue" scuole? Perchè non si è detto che il giornalista rapito in Siria poche settimane fa è un Calabrese DOC e da sempre mette a rischio la sua vita per raccontare le ingiustizie di una guerra che miete milioni di morti? Oppure perchè si è dato poco spazio alla notizia che vede un americano dagli antenati calabri come uno dei candidati alla carica di Primo Cittadino della cittá di New York?
Me lo sono chiesta: quand'è che entra in gioco il "fattore C"? ( e per C intendo Calabrese) Solo per raccontare quello che non va? Perchè mi sembra abbastanza evidente che si sottolineino solo i primati negativi della mia bella regione ma non si parli mai di quanto buono c'è in Calabria...
Scappare sarebbe semplice, fare la valigia e magari raggiungere il miraggio del Grande Nord farebbe un po' male ma forse aprirebbe la strada a tanti giovani, verso un futuro piú facile e soddisfacente soprattutto dal punto di vista economico...eppure io -come tanti altri- voglio restare qui.
Non parlate della sparatoria che ha coinvolto un calabrese come esempio su cui modellare una realtà, l'attentatore per quel che mi riguarda sarebbe potuto essere un toscano, un piemontese o un marchigiano...non sarebbe cambiato nulla; raccontate della speranza negli occhi dei ragazzi e dell'amore per la terra che li ha visti nascere...quella è la vera Calabria.

giovedì 25 aprile 2013

E luce fu!

Quando ero bambina mi capitava spesso di perdermi nei racconti dei miei nonni che, non davanti al focolare, ma seduti accanto a me guardando insieme "La Ruota della Fortuna", mi parlavano di cosa era stata la guerra, la paura, la povertà vista dagli occhi di giovani...e di cosa aveva significato per Diamante, il mio piccolo paesino -allora solo un borgo di pescatori-, il passaggio di Benito Mussolini. 

Oggi ripensando al 25 aprile e a cosa questa data significa, mi è tornata in mente la storia di un cugino della mia Nonna Materna...quel giorno, quando Mussolini passò di qua, anche lui era in fila con il braccio alzato ad aspettarlo...non si poteva scegliere se esserci oppure no, ma non se la sentì -mi disse- di urlare "Duce, duce..." e allora -un po' per spirito di ribellione e uno po' perchè in fondo era solo un ragazzo- in mezzo a quella folla urlò semplicemente "Luce, luce...", anche per dire IO NON CI STO!

Se sia la verità o una "favola" raccontata ad una bambina non lo so...ma senza retorica ed ipocrisie, anche questa -nel suo piccolo- è Resistenza! 

E dopo un po' tornò davvero a splendere la Luce della rinascita e della Libertà sulla nostra bella Italia!

Buon 25 Aprile a tutti voi!



mercoledì 24 aprile 2013

La dura legge del gol...

Telefonate, libri, mail, lezioni ed elezioni...quest'ultimo periodo è stato un po' pieno ed il tempo per scrivere era davvero poco! Certo, anche il volo stratosferico che il mio PC ha fatto giorni fa (e che lo ha portato ancora una volta a visitare il mio tecnico di fiducia) e la mia totale incapacità di scrivere un intero post dal tablet senza dare in escandescenza, hanno contribuito a tenermi lontana dal blog..ma ora eccomi qua!

Non so bene perchè ma ogni volta che ascolto La dura legge del gol, degli 883, penso alle competizioni politiche...Max Pezzali -mi direte- in questo testo utilizza una metafora calcistica, eppure sarà perchè si parla di squadra e lealtà, di vittorie e di come spesso le conquista non chi le merita e chi gioca pulito, ma chi prima arriva a segnare...io la ascolto e penso ad elezioni, mandati e via dicendo!



Di questi tempi poi è difficile anche pensare ad altro, tutti a tracciare l'identikit del politico perfetto: che sia per scegliere il Capo dello Stato, il Presidente del consiglio o un semplice Onorevole; sono tutti lì pronti a dire come dovrebbe essere questo politico esemplare, mai un nome o un'indicazione...solo un'idea. E allora ci ho pensato, ce l'ho anch'io l'identikit del mio Onorevole ideale.  

Innanzitutto ne vorrei uno che quando parla lo fa per tutti...non ha bisogno di paroloni altisonanti ed esempi da superlaureato, i politici sono rappresentanti del popolo, di tutto il popolo e per tutti devono saper e poter parlare. Vorrei un battitore libero, un lupo solitario...intendiamoci, non uno che vada a briglia sciolta e stia sempre per conto suo o che vada dove va il vento, ma uno che comprenda che la Costituzione ha scritto nell'articolo 67 che ogni parlamentare è libero nell'esercizio delle proprie funzioni e che quindi -se il proprio partito sbaglia o se semplicemente non è d'accordo con la linea che quel partito sta seguendo- sappia dire "No, grazie...io la penso così" senza aver paura di perdere leadership, poltrone o gradi istituzionali. 

Vorrei un Onorevole vicino alla gente, ma vicino per davvero...coerente con il proprio pensiero ed interessato alla vittoria del Paese più che alla sua. Uno di quelli che -per quanto creda ad un ideale e ad un modo di fare politica- sa che l'affetto e la stima degli amici valgono molto più di una sigla di partito e che non ha paura -perciò-  di fare scelte impopolari, che tanto lo sa che quegli amici lo seguiranno sempre...perchè il suo nome è una garanzia! Uno che sappia dire -come Cisco- "Cosa importa chi vincerà? Perchè in fondo lo squadrone siamo noi!"

Vorrei un Onorevole che sia lontano ad esempio da quelli che mandano i messaggini istituzionali ed uguali per tutti ed in ogni occasione...uno che, anzi, devi essere pure contenta se ti risponde perchè sai che è proprio lui a farlo e non chi lavora nella sua segreteria! Uno insomma non dalle facili smancerie e che all'apparenza possa sembrare un po' "orso" per i suoi modi di fare, ma che se per caso una volta ti abbraccia, lo senti che lo fa per davvero.

Ne vorrei uno con i piedi ben saldi a terra, che sia consapevole del fatto che da domani la sua esperienza politica potrebbe finire...nessuno lo attacca per sempre a quella sedia in Parlamento e la vita "normale" è dietro l'angolo. E' anche per questo che lo vorrei ancorato alle origini, alla propria terra e alle proprie tradizioni. Perchè -come ha scritto recentemente Beppe Severgnini- "una nazione, una regione, una città, un quartiere, una scuola, un'associazione, un gruppo di amici e una famiglia sono il porto da cui siete partiti; e dove, magari, tornerete".

Questo è il mio identikit...
Mentre scrivevo, vi chiederete, avevo in mente qualcuno? Beh, può darsi...perchè la politica, si sa, è fatta inevitabilmente di persone!

E' da un po' di tempo che mi interesso attivamente di politica, anzi ho iniziato sin da bambina seguendo prima mia Madre e poi cercando di costruire un mio personale percorso...e in tutto questo tempo ho imparato a capire una cosa: oltre ad alleanze, collaborazioni ed intese, in politica soprattutto si stringono forti rapporti; chi non crede ai legami nati in politica, somiglia tanto a quelli che pensano che il diritto sia una materia arida: chi ha quest'idea evidentemente ad una disciplina tanto bella e profonda non si è mai avvicinato sul serio. In politica si stringono amicizie vere...l'ho capito quando, guardando in una riunione mia Madre abbracciare una "compagna di partito" (e lo virgoletto...perchè se legge che le ho dato della compagna mi disereda!) che non vedeva da tanto, ho letto la felicità negli occhi di entrambe; l'ho capito quando ho sentito le lacrime salire agli occhi per la gioia di una vittoria che sulla carta era di uno ma nel cuore era di tutti; lo capisco quando il sabato sera mi capita di uscire a cena con i componenti di una lista civica che nel mio Paese avrà pure perso le comunali...ma sapeste quante risate fanno tutti insieme; lo capisco sempre, ad ogni telefonata, passeggiata, sorriso e pacca sulla spalla.

In uno scenario tanto strano e difficile, in cui il gol inizia a contare molto più del gioco di squadra e della partita, è questa la politica di cui abbiamo bisogno, è di questa politica che voglio sentir parlare...recuperiamola!



martedì 16 aprile 2013

#IlMioPresidenteE'StefanoRodotà

Forse l'endorsement (questo termine che ultimamente ci piace tanto utilizzare!) di una semplice studentessa, che scrive per passione e per passione si interessa di politica, conta poco rispetto a tutti quelli che sta avendo in questi ultimi giorni...ma, prima della decisione del Parlamento, ci tengo anche io a dire la mia: se il Presidente della Repubblica lo dovessi scegliere io, direi Stefano Rodotà.

Sarà un po' per l'orgoglio Calabro (e cosentino!), sarà perchè è un Costituzionalista...ma ho sempre visto Rodotà come il candidato ideale alla Presidenza in questa tornata e -dopo averlo ascoltato il 10 aprile in una conferenza all'Università degli Studi di Salerno, dove studio-  mi ha definitivamente convinta. 

In un momento politicamente difficile ed incerto come quello che l'Italia sta vivendo oggi, un giurista super partes, competente, capace; uno che si è occupato di politica ma è fuori dai giochi e dalle logiche di partito già da un po', un uomo di grande spessore culturale, un pezzo di storia ed un nome che potrebbe accordare quasi tutti (Il centro-sinistra e anche i Grillini che lo vedono terzo in classifica dopo la Gabanelli e Gino Strada che si sono dichiarati non troppo interessati) è di certo la scelta giusta.


L'ho ascoltato con piacere poco meno di una settimana fa, in un'aula gremita della mia Università, presentare il suo ultimo libro "Il diritto di avere diritti" e definirsi "Un fissato dei diritti", pronto a tutelarli anche contro il diritto stesso. L'ho sentito dire che quei diritti, che egli tanto difende, diventano deboli quando la politica li abbandona; l'ho sentito dire che è ovvio che i diritti costano ma costerebbe di più non averne: l'ho sentito parlare di quei temi etici che troppo spesso abbiamo dimenticato in questa campagna elettorale ed in altre...perchè la politica italiana e continentale -fortunatamente- non è solo spread!

Pochi mesi fa mi sono trovata -per motivi di studio- ad imbattermi nelle vicende costitutive e giuridiche dell'Unione Europea ed in particolare in un libro di Mauro Barberis "L'Europa del diritto" (il post su questo libro potete trovarlo qui) che mi ha fatto riflettere molto. Non è stato tanto il trattato di Maastricht o l'Euratom ad appassionarmi durante lo studio; nè tanto meno gli organi dell'UE e le varie procedure giurisdizionali che ho detestato pagina dopo pagina. 

Ad avermi colpita davvero è stata la modernità, la grandezza e -oserei dire- la perfezione della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione Europea, meglio conosciuta come Carta di Nizza; un documento senza eguali e al passo con i tempi; un esempio di come il diritto, spesso, sappia trasformarsi in poesia. 

Quando l'ho letta e l'ho studiata -devo ammetterlo- non sapevo che Stefano Rodotà avesse partecipato anche alla stesura di questo documento, l'ho scoperto solo pochissimi giorni fa leggendo un articolo su di lui. Anche Rodotà quindi è un europeista convinto che -come tanti politici, politologi, studiosi e "tecnici"- resta fedele all'idea che oggi si debba avere più Europa. 

Ciò che lo differenzia da altri però -e lo ha confermato egli stesso lo scorso 10 aprile- è che con l'espressione "più Europa" lui si riferisce ad un'Europa del diritto e soprattutto dei diritti non ad un'Europa economica. Non è dell'euro, la moneta unica, che vuole parlare; non è la BCE il suo primo interesse...per ritornare alla politica a cui lui ed altri giuristi -italiani e non- auspicano c'è bisogno di cooperazione etica, morale tra i Paesi continentali; c'è bisogno di un sentire comune a livello giuridico...c'è bisogno di ricominciare a guardare nella stessa direzione cercando di costruire insieme e non di distruggersi l'uno con l'altro.

Non so quale sarà alla fine la scelta dei nostri Parlamentari, non so se opteranno per una figura più orientata "a sinistra" o se sceglieranno qualcuno completamente estraneo al mondo della politica...io, dal canto mio, spero solo di aver stretto la mano -qualche giorno fa- ad un Costituzionalista, ad un Civilista (come ama definirsi), ad un uomo che è l'orgoglio della mia bella Calabria...e al prossimo Presidente della Repubblica!

sabato 6 aprile 2013

Ricordo d'infanzia...

Un pranzo, un ristorante dal grande giardino nel mio Paesello in Calabria: io, mia Madre, una coppia di suoi amici e i loro figli, miei amici da sempre, amici d'infanzia...quelli che puoi non vedere per anni ma non li dimentichi mai! Una giornata come tante...si faceva spesso, quando eravamo più piccini, di mangiar fuori tutti insieme per divertirci, ridere e per poter stare all'aria aperta senza dar pensiero ai genitori che -nel giardino del ristorante- non dovevano controllarci ogni 10 minuti. 

Con noi quel giorno, seduto a capotavola, un Giornalista -mestiere che mi ha sempre affascinato e che un giorno spero possa diventare il mio-, un inviato speciale tornato in Italia dopo una delle sue "avventure" vissute sempre -forse- con un po' di paura ma con un necessario pizzico di incoscienza. Questo è il ricordo un po' sbiadito di cui -pochissimi giorni fa- ho parlato proprio al giornalista in questione; mio conterraneo, originario di un Paese vicinissimo al mio: Amedeo Ricucci.



Chissà se si ricorda di me, ho pensato; chissà se saprà darmi qualche consiglio su questa professione tanto bella e tanto complessa...un breve messaggio inviato dopo averci pensato un po' e la risposta -dalla Siria- non tarda ad arrivare.

Stamattina poi, in dormiveglia, ascolto la notizia: 4 Giornalisti Italiani fermati in Siria; poco dopo -nel TG della mattina- arrivano anche i nomi e ce n'è uno familiare.

Dalla Farnesina le notizie si rincorrono veloci; immediatamente Repubblica, Tiscali e tantissime altre testate online ci informano sulle condizioni dei quattro: sono buone, la situazione è tranquilla e sotto controllo e a breve, ci dicono, i giornalisti torneranno in Turchia.

I commenti oggi, per la strada e sui social network, sono stati tanti...un mestiere così non è facile da sostenere; il rischio è sempre alto, si sa; dopo aver vissuto sulla propria pelle a da vicino un'esperienza tragica come quella dell'uccisione del fotografo del Corriere della Sera Raffaele Ciriello dove si trova il coraggio per continuare a fare questo lavoro?

Nonappena la notizia è diventata di dominio pubblico, sono tornata sul blog di Amedeo Ricucci Ferri Vecchi e leggendo la citazione scelta in apertura ho trovato le risposte a tutti questi interrogativi ancora prima di sentirli: "Giornalismo è diffondere quello che qualcuno non vuole che si sappia. Il resto è propaganda" (Horacio Verbitsky).

Non posso certo dire di conoscere molto bene Ricucci, posso dire però di averlo sentito nominare e di averlo nominato spesso; posso dire di averlo seguito e di seguirlo tutt'ora; di aver sempre visto in lui un innovatore, un giornalista all'avanguardia; di aver riconosciuto in lui il volto di chi -per ovvie ragioni- fa del suo mestiere la sua vita o forse della sua vita il suo mestiere e di chi, a servizio della verità, senza ascoltare le ragioni dei vincitori o dei vinti, racconta ciò che accade.

Se per qualcuno non fossero ancora chiare le ragioni della sua partenza per la Siria e del suo continuo "combattere" per la verità, copio qui un frammento di un post sul suo blog in cui le spiega perfettamente:

"Onesta, umiltà, passione, competenza, interazione e trasparenza: sono secondo me i presupposti per costruire un nuovo patto di fiducia fra giornalismo e pubblica opinione nell’era della Rete e dei social network. Non c’è altra via per recuperare la credibilità di un mestiere che sembra aver perso l’anima, oltre che la bussola, e si dimostra sempre più incapace di intercettare le esigenze reali dei suoi ”editori di riferimento”, quelli veri, che sono i lettori o i radio-tele-spettatori, al cui servizio noi giornalisti dovremmo porci, sempre. Le tecnologie digitali offrono da questo punto di vista delle opportunità gigantesche per innervare di linfa fresca il nostro lavoro, per ridargli senso e dignità. Bastano solo un pizzico di coraggio e la voglia di sperimentare, rimettendosi in gioco personalmente. Prendiamo il caso della Siria, una tragedia infinita che si consuma nell’indifferenza delle cancellerie occidentali e dell’opinione pubblica internazionale. [...] Forse, però, l’indifferenza è figlia anche della nostra incapacità di raccontare la tragedia siriana, coinvolgendo di più e meglio il nostro pubblico, rendendolo cioè partecipe di quella tragedia. Ed è una cosa che si può fare, con le tecnologie che abbiamo a disposizione. Anzi, è una cosa che si deve fare, se si crede nel dovere della testimonianza e nel diritto all’informazione."

Amedeo, dalla Calabria e dall'Italia siamo tutti con te e con i tuoi colleghi...tieni duro, a presto!