domenica 30 giugno 2013

Benvenuta Croazia! - ilNadìr.net

"L’Unione Europea si allarga, arriva la Croazia.
Dopo 6 anni dall’ingresso di Romania e Bulgaria tocca oggi al piccolo paese dei Balcani che - resosi indipendente dalla ex Jugolsavia nel 1992 - sarà, a partire dalla mezzanotte di questa sera, il ventottesimo stato membro dell’UE.

Nella capitale, Zagabria, è tutto pronto: una sobria cerimonia, in rispetto della crisi, alla quale prenderanno parte molti grandi leader europei, compresi il nostro Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e il ministro degli esteri del governo Letta, Emma Bonino, accompagnerà l’entrata della Croazia nell’Unione, un piccolo passo che risulta essere però un grande traguardo. [...]"



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martedì 18 giugno 2013

Sempre nelle mie scarpe!

Non sono mai stata una grande appassionata di scarpe...agli armadi pieni di decolleté in pelle ed eleganti, o sneakers sportive e colorate ho sempre preferito le borse: grandi, piccole, clutch, pochette, maxipochette, a tracolla e chi più ne ha più ne metta. Insomma, per dirla alla Sex and the City più che delle Manolo di Carrie sono una fan della Birkin Bag di Samantah!

Lo spunto per parlare delle mie scarpe e dei piccoli traguardi raggiunti con "loro" l'ho avuto però leggendo dell'iniziativa "A passo di donna" di IO donna, il settimanale femminile del Corriere della Sera a cui ho deciso di partecipare. A tutte le partecipanti al concorso a premi è stata posta una domanda: Dove ti hanno portata le tue scarpe? Ed io allora ci ho pensato...



Ci sono state ad esempio le mie prime scarpette da punta…profumate, rosa, un po’ scomode è vero; ma l’emozione che si prova quando le senti strisciare sulle tavole del parquet della sala da ballo o sul tappeto sopra il palcoscenico…è indescrivibile. Nella mia scuola di danza indossare “le punte” significava entrar a far parte dei “grandi”, iniziare a danzare come una ballerina vera. Poco importava se insieme a quelle scarpette arrivavano duroni, calli, dita insanguinate e cerotti…”salire” sulle punte, averle ai piedi era una vera e propria conquista.  


Ci sono stati poi quegli unici stivali che riuscivo ad infilarmi quando il mio ginocchio faceva i capricci. A causa di una caduta dagli ski, dopo 8 anni trascorsi nella mia sala da ballo, ho appeso le scarpette al chiodo per colpa di un piccolo infortunio…e poche erano le scarpe che riuscivo a tenere ai piedi senza che mi dessero fastidio! Tra tutte un paio di stivaletti un po’ vecchiotti erano i miei preferiti e se dovevo uscire…c’erano solo loro! Dopo un intervento, dopo interi giorni passati immobile a letto, dopo aver trascorso ore durissime a fare fisioterapia…riprendere a camminare –per la prima volta “normalmente”- nel corridoio della palestra, sotto gli occhi del fisioterapista e come se nulla fosse successo, stavolta in un paio di scarpe da ginnastica…è stata una bella emozione!

E i primi “tacchi” chi se li scorda? Non li avevo mai amati tanto…ma per il Compleanno di 18 anni di un compagno di classe, il primo della comitiva a raggiungere la maggiore età, erano indispensabili! Una serata intera a ballare, saltare, cantare, ridere…e un ritorno a casa in macchina con i piedi doloranti.

A riguardarle adesso quelle scarpe non sembrano nemmeno avere un tacco che possa definirsi tale…il primo vero paio di “scarpe alte” le ho comprate per i miei 18 anni, dieci mesi più tardi! Avevo passato pomeriggi interi nei negozi per riuscire a trovare un vestito che fosse elegante ma non eccessivo; carino, femminile e magari un po’ diverso dai miei “soliti” abiti che mia Madre ama definire monacali. Avevo alla fine scelto un tubino nero, non il classico tubino ma un vestitino in ciniglia dalla scollatura simpatica e non troppo profonda, spezzato sotto il seno e che cadeva morbido sui fianchi…per il vestito il problema era quindi  risolto, ma le scarpe erano il mio vero incubo! Ovunque andassi mi propinavano sandali gioiello inguardabili, scarpe con plateau che sembravano trampoli o decolleté dai colori improponibili…decisamente non il mio genere! Poi, un giorno, passando davanti ad un negozietto le ho viste: nere, scamosciate, con un piccolo fiocchetto sul lato esterno che le impreziosiva e gli donava un po’ di luce, semplicissime, proprio come le cercavo! Le ho trovate e ci ho trascorso “su” un’intera serata…non è anche questo un traguardo?

Il giorno del mio esame di maturità invece, lo ricordo bene, indossavo delle scarpe da ginnastica bianche coi lacci dorati. Quelle scarpe mi hanno accompagnata nel mio continuo andirivieni nei corridoi, in attesa di essere interrogata…per anni la prima nell’appello, ma l’ultima a sostenere l’esame di maturità! E’ un misto di ansia, paura, emozione e felicità che ti scorre dentro in quegli attimi…e anche se l’università mi sta abitando a sostenerne diversi, l’emozione dell’esame di maturità resta unica. Quel giorno, durante l’interrogazione, ho visto i sorrisi soddisfatti dei miei professori, li ho sentiti come complici e non avversari…capendo che forse nei 5 anni che avevano preceduto quel momento lo erano sempre stati ma noi studenti non ce n’eravamo mai accorti; ho sostenuto il mio esame, ho stretto la mano al Presidente di commissione e mi sono portata a casa, soddisfatta, il mio 100.


Ballerine…si erano ballerine (stavolta non quelle da punta, ma il modello più “comune” utilizzato da me come da altri milioni di donne quando vogliono stare un po’ comode) le uniche scarpe messe ai piedi e portate con me nel viaggio capitolino dello scorso maggio. Valigia preparata in fretta, dopo una breve vacanza e rientrata a casa di domenica sera...martedì di nuovo sul treno, pronta per una nuova avventura. Un bagaglio a mano piccolissimo, giusto per un paio di giorni…biancheria, una cambiata, pigiama…e le scarpe? Non ne porto altre, solo le mie nuove ballerine nere a pois…che stanno bene con tutto! Due giorni trascorsi con il terrore che piovesse da un momento all’altro e che i miei piedi si bagnassero nelle mie scarpe rasoterra, ma alla fine il sole ha avuto la meglio. E sono state proprio le mie ballerine a pois, in pendant con la giacca, a condurmi sul palco di un importante incontro di partito a livello nazionale di cui sono diventata quel giorno rappresentante nazionale giovanile.

Avrei voluto raccontare tutto questo nel concorso di IO donna, ma i caratteri disponibili erano solo 140 ed ho dovuto scegliere un solo traguardo (...e paio di scarpe!). Di certo quello più importante e significativo è stato per me la maturità (le scarpe in foto sono appunto quelle che indossavo il giorno dell'orale), per cui se volete votare per me potete farlo al link che trovate qui registrandovi (se non lo avete già fatto al sito di Io Donna, della 27esimaOra su Gazzetta.it o Corriere.it ) e cliccando su "Vota" (Non basta cliccare "Mi piace"). Non dimenticate che votando potreste vincere anche voi, in quanto ci sono dei premi anche per i votanti!

A proposito di Maturità ne approfitto per fare i miei auguri a tutti i maturandi che proprio stasera vivono la loro "Notte prima degli esami". Gustatevela fino in fondo, assaporatene la magia e unicità e non preoccupatevi troppo...in bocca al lupo!

venerdì 7 giugno 2013

La matematica non sarà mai il mio mestiere...

Ore 10, mia zia al telefono...alle 10 e 30 c'è la recita di mio cugino, mi dice..."Che fai, vieni?"
E allora i libri si chiudono e si esce.
 
Arrivo a scuola e mi trovo di fronte a tanti ragazzini di quinta elementare in maglie bianche che cantano "Calabrisella mia" (che, vi dirò, mi piace sempre) ed una canzone sul mio paesello, Diamante. Un altro gruppetto dell'istituto di Buonvicino ci propone invece una simpaticissima tarantella...e sono contenta -dopo le innumerevoli polemiche di questi ultimi periodi- di poter scorgere negli occhi divertiti dei bambini la bellezza delle tradizioni della mia terra. (A proposito...la ballano meglio di me! - ndr)
 
 
 
 
Assieme a loro  nella palestra di quella scuola che per tanti anni è stata anche la mia, ci sono i ragazzi della scuola che sta per accoglierli...ed in particolare oggi i protagonisti sono quelli che frequentano la terza media.
 
Seduti a terra...anche loro in maglia bianca, jeans e qualche risata; tutti vicini ad assaporare a pieno questa giornata che segna la fine di un percorso e l'inizio di una nuova avventura...dall'anno prossimo si diventa grandi!
 
Sono più tecnologici, per questi giovani giusto un balletto iniziale...ci fanno vedere però dei bellissimi video proiettati al muro e di fronte a noi scorrono immagini delle gite, delle giornate in classe o semplicemente delle uscite tutti insieme, accompagnate da canzoni che personalmente mi emozionano un po': "Notte prima degli esami" e "Forever Young".
 
Li guardo mentre tra sorrisi e tante lacrime rivedono loro stessi in questi anni, e penso alla mia di classe, quella del liceo, quella degli amici che non passano mai. Mi capita sempre di pensarci soprattutto di questi periodi; ricordando l'ansia incredibile che tutti avevamo in attesa degli esami, quelle giornate lunghissime e quel senso di incertezza e di felicità che forse si prova solo durante la magia della famosa "Notte prima degli esami".
 
Quelle canzoni a me tanto care. hanno accompagnato anche il "nostro" video proiettato al pranzo dei 100 giorni...un video che aveva l'arduo compito di riassumere in meno di 10 minuti 5 anni pieni, freschi, belli, indimenticabili.
 
Trascorsi tutti insieme, sempre.
Come in ogni gruppo di amici le discussioni non sono mai mancate, le incomprensioni forse sono state troppe...ma l'affetto e le emozioni sicuramente di più! A dispetto di chi non ci credeva, anche adesso che capita di vedersi meno, quando ci ritroviamo è come se fossimo sempre lì...nell'aula con l'inchiostro sul soffitto.
 
Vi voglio tanto bene V G.

domenica 2 giugno 2013

Una e Indivisibile...

Le solite polemiche sui costi (obiettivamente eccessivi!) della parata; gli Articoli della Costituzione scritti su ogni bacheca di Facebook e seguiti da commenti sarcastici che ne descrivono la lontananza dalla realtà; poca, pochissima partecipazione e poco "senso dello Stato" in questo 2 Giugno.

Ma occorre ricordare quello che è stato. Proprio oggi, soprattutto oggi, nell'Italia della crisi, delle contraddizioni e delle incertezze è necessario riportare alla mente quegli uomini e quelle donne che hanno reso possibile un sogno chiamato Repubblica, un sogno che profumava di futuro e che spetta a noi proteggere e -se necessario- ricostruire, sapendo che nulla può cambiare se ciascuno di noi non fa la sua parte.




"«La politica è una brutta cosa»«che me ne importa della politica»: quando sento fare questo discorso, mi viene sempre in mente quella vecchia storiellina, che qualcheduno di voi conoscerà, di quei due emigranti, due contadini, che traversavano l’oceano su un piroscafo traballante.
Uno di questi contadini dormiva nella stiva e l’altro stava sul ponte e si accorgeva che c’era una gran burrasca con delle onde altissime e il piroscafo oscillava. E allora questo contadino impaurito domanda a un marinaio: «Ma … siamo in pericolo?», e questo dice: «Se continua questo mare, il bastimento tra mezz’ora affonda». Allora lui corre nella stiva a svegliare il compagno e dice: «Beppe, Beppe, Beppe, se continua questo mare, tra mezz’ora il bastimento affonda!». Quello dice: «Che me ne importa, non è mica mio!». Questo è l’indifferentismo alla politica.
È così bello, è così comodo: la libertà c’è. Si vive in regime di libertà, c’è altre cose da fare che interessarsi di politica. E lo so anch’io!
Il mondo è così bello, ci sono tante belle cose da vedere, da godere, oltre che occuparsi di politica.
La politica non è una piacevole cosa. Però la libertà è come l’aria: ci si accorge di quanto vale quando comincia a mancare, quando si sente quel senso di asfissia che gli uomini della mia generazione hanno sentito per vent’anni, e che io auguro a voi, giovani, di non sentire mai, e vi auguro di non trovarvi mai a sentire questo senso di angoscia, in quanto vi auguro di riuscire a creare voi le condizioni perché questo senso di angoscia non lo dobbiate provare mai, ricordandovi ogni giorno che sulla libertà bisogna vigilare, dando il proprio contributo alla vita politica."
 
 
Piero Calamandrei


Auguri alla Repubblica, Una e Indivisibile.