domenica 2 giugno 2013

Una e Indivisibile...

Le solite polemiche sui costi (obiettivamente eccessivi!) della parata; gli Articoli della Costituzione scritti su ogni bacheca di Facebook e seguiti da commenti sarcastici che ne descrivono la lontananza dalla realtà; poca, pochissima partecipazione e poco "senso dello Stato" in questo 2 Giugno.

Ma occorre ricordare quello che è stato. Proprio oggi, soprattutto oggi, nell'Italia della crisi, delle contraddizioni e delle incertezze è necessario riportare alla mente quegli uomini e quelle donne che hanno reso possibile un sogno chiamato Repubblica, un sogno che profumava di futuro e che spetta a noi proteggere e -se necessario- ricostruire, sapendo che nulla può cambiare se ciascuno di noi non fa la sua parte.




"«La politica è una brutta cosa»«che me ne importa della politica»: quando sento fare questo discorso, mi viene sempre in mente quella vecchia storiellina, che qualcheduno di voi conoscerà, di quei due emigranti, due contadini, che traversavano l’oceano su un piroscafo traballante.
Uno di questi contadini dormiva nella stiva e l’altro stava sul ponte e si accorgeva che c’era una gran burrasca con delle onde altissime e il piroscafo oscillava. E allora questo contadino impaurito domanda a un marinaio: «Ma … siamo in pericolo?», e questo dice: «Se continua questo mare, il bastimento tra mezz’ora affonda». Allora lui corre nella stiva a svegliare il compagno e dice: «Beppe, Beppe, Beppe, se continua questo mare, tra mezz’ora il bastimento affonda!». Quello dice: «Che me ne importa, non è mica mio!». Questo è l’indifferentismo alla politica.
È così bello, è così comodo: la libertà c’è. Si vive in regime di libertà, c’è altre cose da fare che interessarsi di politica. E lo so anch’io!
Il mondo è così bello, ci sono tante belle cose da vedere, da godere, oltre che occuparsi di politica.
La politica non è una piacevole cosa. Però la libertà è come l’aria: ci si accorge di quanto vale quando comincia a mancare, quando si sente quel senso di asfissia che gli uomini della mia generazione hanno sentito per vent’anni, e che io auguro a voi, giovani, di non sentire mai, e vi auguro di non trovarvi mai a sentire questo senso di angoscia, in quanto vi auguro di riuscire a creare voi le condizioni perché questo senso di angoscia non lo dobbiate provare mai, ricordandovi ogni giorno che sulla libertà bisogna vigilare, dando il proprio contributo alla vita politica."
 
 
Piero Calamandrei


Auguri alla Repubblica, Una e Indivisibile.

 

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