mercoledì 24 aprile 2013

La dura legge del gol...

Telefonate, libri, mail, lezioni ed elezioni...quest'ultimo periodo è stato un po' pieno ed il tempo per scrivere era davvero poco! Certo, anche il volo stratosferico che il mio PC ha fatto giorni fa (e che lo ha portato ancora una volta a visitare il mio tecnico di fiducia) e la mia totale incapacità di scrivere un intero post dal tablet senza dare in escandescenza, hanno contribuito a tenermi lontana dal blog..ma ora eccomi qua!

Non so bene perchè ma ogni volta che ascolto La dura legge del gol, degli 883, penso alle competizioni politiche...Max Pezzali -mi direte- in questo testo utilizza una metafora calcistica, eppure sarà perchè si parla di squadra e lealtà, di vittorie e di come spesso le conquista non chi le merita e chi gioca pulito, ma chi prima arriva a segnare...io la ascolto e penso ad elezioni, mandati e via dicendo!



Di questi tempi poi è difficile anche pensare ad altro, tutti a tracciare l'identikit del politico perfetto: che sia per scegliere il Capo dello Stato, il Presidente del consiglio o un semplice Onorevole; sono tutti lì pronti a dire come dovrebbe essere questo politico esemplare, mai un nome o un'indicazione...solo un'idea. E allora ci ho pensato, ce l'ho anch'io l'identikit del mio Onorevole ideale.  

Innanzitutto ne vorrei uno che quando parla lo fa per tutti...non ha bisogno di paroloni altisonanti ed esempi da superlaureato, i politici sono rappresentanti del popolo, di tutto il popolo e per tutti devono saper e poter parlare. Vorrei un battitore libero, un lupo solitario...intendiamoci, non uno che vada a briglia sciolta e stia sempre per conto suo o che vada dove va il vento, ma uno che comprenda che la Costituzione ha scritto nell'articolo 67 che ogni parlamentare è libero nell'esercizio delle proprie funzioni e che quindi -se il proprio partito sbaglia o se semplicemente non è d'accordo con la linea che quel partito sta seguendo- sappia dire "No, grazie...io la penso così" senza aver paura di perdere leadership, poltrone o gradi istituzionali. 

Vorrei un Onorevole vicino alla gente, ma vicino per davvero...coerente con il proprio pensiero ed interessato alla vittoria del Paese più che alla sua. Uno di quelli che -per quanto creda ad un ideale e ad un modo di fare politica- sa che l'affetto e la stima degli amici valgono molto più di una sigla di partito e che non ha paura -perciò-  di fare scelte impopolari, che tanto lo sa che quegli amici lo seguiranno sempre...perchè il suo nome è una garanzia! Uno che sappia dire -come Cisco- "Cosa importa chi vincerà? Perchè in fondo lo squadrone siamo noi!"

Vorrei un Onorevole che sia lontano ad esempio da quelli che mandano i messaggini istituzionali ed uguali per tutti ed in ogni occasione...uno che, anzi, devi essere pure contenta se ti risponde perchè sai che è proprio lui a farlo e non chi lavora nella sua segreteria! Uno insomma non dalle facili smancerie e che all'apparenza possa sembrare un po' "orso" per i suoi modi di fare, ma che se per caso una volta ti abbraccia, lo senti che lo fa per davvero.

Ne vorrei uno con i piedi ben saldi a terra, che sia consapevole del fatto che da domani la sua esperienza politica potrebbe finire...nessuno lo attacca per sempre a quella sedia in Parlamento e la vita "normale" è dietro l'angolo. E' anche per questo che lo vorrei ancorato alle origini, alla propria terra e alle proprie tradizioni. Perchè -come ha scritto recentemente Beppe Severgnini- "una nazione, una regione, una città, un quartiere, una scuola, un'associazione, un gruppo di amici e una famiglia sono il porto da cui siete partiti; e dove, magari, tornerete".

Questo è il mio identikit...
Mentre scrivevo, vi chiederete, avevo in mente qualcuno? Beh, può darsi...perchè la politica, si sa, è fatta inevitabilmente di persone!

E' da un po' di tempo che mi interesso attivamente di politica, anzi ho iniziato sin da bambina seguendo prima mia Madre e poi cercando di costruire un mio personale percorso...e in tutto questo tempo ho imparato a capire una cosa: oltre ad alleanze, collaborazioni ed intese, in politica soprattutto si stringono forti rapporti; chi non crede ai legami nati in politica, somiglia tanto a quelli che pensano che il diritto sia una materia arida: chi ha quest'idea evidentemente ad una disciplina tanto bella e profonda non si è mai avvicinato sul serio. In politica si stringono amicizie vere...l'ho capito quando, guardando in una riunione mia Madre abbracciare una "compagna di partito" (e lo virgoletto...perchè se legge che le ho dato della compagna mi disereda!) che non vedeva da tanto, ho letto la felicità negli occhi di entrambe; l'ho capito quando ho sentito le lacrime salire agli occhi per la gioia di una vittoria che sulla carta era di uno ma nel cuore era di tutti; lo capisco quando il sabato sera mi capita di uscire a cena con i componenti di una lista civica che nel mio Paese avrà pure perso le comunali...ma sapeste quante risate fanno tutti insieme; lo capisco sempre, ad ogni telefonata, passeggiata, sorriso e pacca sulla spalla.

In uno scenario tanto strano e difficile, in cui il gol inizia a contare molto più del gioco di squadra e della partita, è questa la politica di cui abbiamo bisogno, è di questa politica che voglio sentir parlare...recuperiamola!



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