lunedì 24 settembre 2012

A volte ritornano: "Viaggio nel tempo"

Continuando a parlare di musica, posto oggi -decisamente in ritardo rispetto agli altri giorni- un mio scritto,  già pubblicato altrove, a cui sono molto legata. Risale ad un po' di tempo fa, al 2007, anno in cui ho partecipato con questo testo al "Premio Nazionale Diamante" classificandomi seconda. So che è un po' vecchiotto ma ci tengo a pubblicarlo perchè penso che "Viaggio nel Tempo", è questo il titolo che scelsi di dargli, abbia raccontato e continui tutt'ora a raccontare un pezzetto di me...


Guardo l’opuscolo del concorso, per la mia categoria ci sono due possibilità: racconto breve o riflessioni libere…i racconti non sono mai stati il mio forte, vada per le riflessioni! Riflettere, la musica mi aiuta a riflettere…Seleziono i brani sul mio pc col tasto destro del mouse, poi clicco su “riproduzione casuale”…

Parte la prima canzone, è Ogni volta di Antonello Venditti, la canzone della mia infanzia. Mi rivedo bambina nel salotto di casa mia ad ascoltare e riascoltare questa canzone, con la luce del sole che, soffusa, entra dalle finestre ed illumina la stanza…ogni volta che la riascolto provo sempre le stesse sensazioni: rivedo il rossore della stanza attorno a me, rivedo il tavolo e tutte le foto che sul mobile sono illuminate dagli spiragli di luce. 

Il brano finisce, tocca a 50 Special dei Lunapop…qui ero già più grande! Stavolta la mia memoria mi riporta al cortile dell’Eden Bar a 9 anni circa. Nei miei ricordi sono seduta su una vespa 50 bianca, un po’ malconcia. Davanti, al posto di guida, c’è Riccardo, seguo io, subito dopo Federico e infine Valentina; io con 3 dei miei migliori amici. Cantavamo (beh, si fa per dire…) questa canzone da bambini, proprio all’Eden bar…ormai eravamo diventati l’attrazione principale della serata. Era divertente dopo la pausa del piano-bar, a mezzanotte, andare tutti e 4 a prendere la vespa di uno dei bar-man parcheggiata poco lontano, metterla davanti al palco, salirci e partire, beh…solo con la musica e con la fantasia, perché ovviamente la vespa era ferma li; e a guardarci c’erano tutti…rivedo i visi sorridenti dei nostri genitori, i flash di tutte le foto che ci scattavano e risento gli applausi del pubblico divertito da quei quattro ragazzini.

Tocca ad Always di Bon Jovi “I'll be there till the stars don't shine till the heavens burst and the words don't rhyme and I know when I die, you'll be on my mind and I'll love you – Always”…Always, per sempre. Non c’è un solo ricordo legato a questa canzone, l’ho usata come sottofondo al video dell’ultima gita scolastica in Umbria e a Rimini, fatta con la mia classe a Maggio 2007, perché le emozioni e le sensazioni di quei 6 giorni trascorsi insieme credo resteranno dentro me “per sempre”. Le mie compagne di stanza: Maria Vittoria e Paola; la nostra stanza, secondo tutti disordinata, secondo noi “vissuta”; le nottate trascorse a parlare, a scherzare…beh, anche a dormire; i paesini dell’Umbria visti tutti a piedi perché il prof. si era arrabbiato vista la scarsa voglia che la sera prima avevamo di dormire; le cascate del Niagara, attrazione principale di Mirabilandia; Buffy in TV e Paola in trance davanti al televisore; i colori del cielo di Rimini all’alba; il numero sorprendente di febbricitanti in quei sei giorni (io ero tra questi!); le canzoni assurde che l’autista metteva nel pullman; Vincenzo che al mattino mi urlava nelle orecchie per svegliarmi…insomma ricorderò tutto, anche le piccole cose; perché ogni attimo, ogni istante è stato nel bene o nel male unico ed irripetibile.

Eccolo qua il quarto brano, questa volta il ricordo è molto recente. Era il 17 agosto 2007, l’anfiteatro dei ruderi di Cirella stracolmo di gente…il concerto di Samuele Bersani! La canzone che mi riporta indietro di 2 mesi e poco più è Giudizi Universali, quella di Bersani che preferisco. Nonostante non sia proprio una sua accanita fan, il concerto è stato uno dei più belli a cui abbia mai assistito. Lui era lì, a pochi, pochissimi metri da me, ed io lo ascoltavo e lo guardavo ammaliata dalla sua voce e dal suo modo di parlare e interagire col pubblico. Oltre a cantare si raccontava e, più che un artista che cerca confronto con il suo pubblico, dava l’impressione di un uomo che tranquillamente conversa con i suoi amici…con più di 1000 amici giunti lì solo per lui. Sorrisi, lacrime, foto e autografi hanno accompagnato Bersani quella sera, e il cielo stellato, complice della magica nottata, rendeva l’atmosfera ancora più speciale. 

Eccola qui, speravo che fosse in questo elenco…penso proprio che questa canzone riporti me e altre migliaia di persone alla stessa identica serata; quella del 9 luglio 2006…il 9 luglio 2006 noi italiani diventavamo per la quarta volta CAMPIONI DEL MONDO! La canzone in questione è Seven Nation Army dei White Stripes, il tormentone di quell’estate, il sentito e risentito POPOPOPOPOPOPO… Ricorderò tutto di quella sera: i suoni, i rumori, gli odori, le sensazioni…è stato un susseguirsi di emozioni. Ricordo in particolare i secondi prima dell’ultimo rigore; eravamo tutti davanti al televisore, eravamo tutti lì a guardare fisso i capelli, la maglietta e soprattutto i piedi di quello che sarebbe diventato “l’uomo dei mondiali”, Fabio Grosso… 10, 9 la tensione saliva; 8, 7, 6, le gocce di sudore sul viso del numero 3 dell’Italia brillavano e nei suoi occhi c’erano gli occhi di tutti gli italiani che, inorriditi e speranzosi, fissavano la palla e poi il portiere della Francia per poi tornare sulla palla e ancora sul portiere della Francia; 5,4, “se segna è fatta” ha detto qualcuno”; 3,2,1…GOAL! E subito dopo sfilate, cori, docce con acqua e spumante, abbracci, bandiere su bandiere…un tripudio di tricolore! E’ stata una serata stupenda, soprattutto per me, che la gioia della vittoria dei mondiali, non l’avevo mai vissuta.

Oh no…è iniziato il sesto brano! Lo ascolto e sorrido…con questo faccio un altro tuffo nel passato…1997, ’98 forse. La cameretta di Vale, eravamo proprio piccole! Ballavamo e cantavamo all’impazzata le canzoni delle Spice Girls, quella che mi porta indietro di circa 10 anni è Wannabe, uno dei primi singoli delle “Spice”. Da bambina erano in assoluto il mio gruppo preferito: avevo CD, poster, giornali e addirittura film che le riguardavano, e la mia assurda passione era condivisa dalle mie amiche. Passavamo ore sdraiate sul parquet della stanza di Vale o sulla moquette in camera mia e ascoltavamo e riascoltavamo quelle canzoni, immerse nei nostri desideri di bambine.

Riconosco la voce di Avril Lavigne, il brano che segue è My Happy Ending. E’ strano che Avril Lavigne segua le Spice Girls in questa insolita riproduzione di brani. Se è vero che da bambine adoravamo ascoltare quelle 5 ragazze di Liverpool che stavano letteralmente conquistando il mondo, oggi, nei pomeriggi che trascorriamo insieme, siamo spesso accompagnate dalla voce di Avril Lavigne. Genere diverso, tematiche diverse, in realtà anche noi siamo diverse…i pomeriggi che passiamo tutte insieme sembrano sempre troppo brevi, avremmo bisogno di mesi, anni, per fare tutto ciò che desideriamo fare. E Avril è sempre lì con noi, ci accompagna nelle nostre pazze idee, accompagna me, Ilaria, Serena, Irma, Valentina, Paola, Silvia, Maria Vittoria, Ludovica e Fabrizia…con “Complicated” vuole farci capire che non tutto è semplice come sembra, con “Innocence” ci parla di quant’è bello crescere, con “I’m with you” ci ricorda che comunque l’unica cosa che conta è restare unite, e, con “My Happy Ending” ci fa sperare, perché il lieto fine non esiste solo nelle favole.

Non c’è un vero ricordo legato alla canzone che è appena iniziata, Certe Notti. “Certe notti”, per quel che mi riguarda, può essere definita la canzone per eccellenza di quel genio della musica che risponde al nome di Luciano Ligabue. Ho iniziato a conoscerlo tardi, un paio d’anni fa, ma da quel momento me ne sono innamorata! Non c’è canzone che non conosca, non c’è titolo che mi sfugga, potrei elencarli tutti, uno ad uno…Ligabue per me non ha segreti! “Certe notti”, come ho già accennato, non mi riporta ad un periodo in particolare, perché è una di quelle canzoni che c’è sempre: c’era quando io ero bambina e, nonostante non mi piacesse molto Ligabue, ricordo di averla ascoltata qualche volta; c’è nei lunghi viaggi in pullman; c’è alla radio poco prima di andare a letto; c’è nei negozi quando entri a cercare qualche felpa; c’è nella macchina di mamma quell’unica volta in cui lo stereo ha deciso di funzionare; c’è alla tv nei concorsi canori; c’è…vuoi o non vuoi “Certe Notti” c’è, è una di quelle canzoni intramontabili che raccontano un pezzetto di vita di ognuno di noi. Perché è capitato a ciascuno di noi in “certe notti” di farci disinfettare, in senso metaforico e non, le ferite da qualche amica; di trovare chiusi i bar e, per festeggiare, accontentarsi di qualsiasi posto; di stare così bene da sperare che quelle notti non finissero mai. 

Aspetto, questo che sta per iniziare deve essere l’ultimo brano…il mio pc ha questo difetto! Sempre, quando ascolto un elenco, la riproduzione si blocca prima dell’ultima canzone, quasi come in un film quando si aspetta l’ultima e in assoluto più attesa canzone che accompagnerà la scena più importante…E’ iniziata, la riconosco, è Unwritten di Natasha Bedingfield. E’ buffo che l’ultima canzone sia proprio questa; nello scorrere i titoli delle altre canzoni c’era sempre qualcosa di speciale, sapevo dove ricollegarle; anche Certe Notti che di per sé non mi portava ad un unico ricordo, aveva ed ha un ruolo importante nella colonna sonora della mia vita…Unwritten invece, nonostante sia una canzone che adoro, non ha davvero un suo posto nel puzzle dei ricordi, forse perché parla di futuro. Se Ogni volta, 50 Special, Always, Giudizi Universali, Seven Nation Army, Wannabe, My Happy ending e Certe Notti, si ricollegavano a ricordi più o meno recenti e perciò al passato, Unwritten è presente, Unwritten è futuro. Come la stessa canzone dice: “Oggi è il giorno in cui inizia il mio libro…il resto non è ancora scritto!"









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