venerdì 1 marzo 2013

Non chiamateci "Giovani vecchi!"

Lo scorso 14 settembre all’Assemble Nazionale di Alleanza per l’Italia dissi -durante un intervento pubblico- di non essere d’accordo al giovanilismo esasperato e a tutti i costi. Oggi resto assolutamente fedele a quell’idea, non credo che necessariamente “nuovo” voglia dire “migliore”, ma non posso fare a meno di notare che a 5 mesi da quella mia dichiarazione qualcosa sullo scenario politico nazionale è cambiato ed è questa consapevolezza che mi spinge a fare alcune riflessioni. 

Certamente gran parte dei cambiamenti a cui faccio riferimento sono dovuti alle elezioni svoltesi nei giorni scorsi: innanzitutto mi trovo ora ad essere militante in un partito diverso, nuovo, rinnovato. Centro Democratico, il terzo pilastro accanto a Sel e al PD nella coalizione di Centro-sinistra, sta per crescere e radicarsi nei territori e –in un panorama scombussolato e  tristemente confuso come quello nazionale- può vantare il piccolo successo di aver conquistato, grazie al lavoro “della base”, alcuni seggi in parlamento che gli permettono  –a poco più di due mesi dalla nascita- di essere una delle 8 forze politiche presenti all’interno di Montecitorio. 



La novità più grande però, avvenuta dallo scorso settembre ad oggi, è sicuramente la crescita smisurata del Movimento 5 Stelle…alle elezioni il segnale è stato chiaro: il grande successo dei Grillini è una richiesta di cambiamento urlata a gran voce e se è l’Italia a chiederlo è ovvio e fondamentale dare risposte alle richieste del Paese. Ma occorrono certamente risposte serie, durature e concrete!

Sono giovane anche io, anche a me in fondo fa piacere vedere sugli scranni di Montecitorio 25enni e 28enni...mi fa meno piacere vederli lí smarriti ed essere consapevole del fatto che molti –per loro stessa ammissione- non sanno cosa stanno facendo e cosa si troveranno a fare nei prossimi mesi, mi fa rabbia vederli annaspare se si parla di fiducia e governabilità, perché questo scenario di certo non fa onore alla mia generazione!

Sarei piú felice di vedere in Parlamento tutti quei giovani -tra cui tanti amici- che per anni hanno militato da volontari all’interno dei partiti perchè in un ideale e in quei principi ci hanno sempre creduto; sarei più felice di vedere quei giovani che si sono sempre impegnati a fare qualcosa e che, però, si trovano oggi ad essere additati dall’opinione pubblica come poco credibili per la sola colpa di avere una tessera di partito ed essere considerati troppo vicini “alle vecchie logiche”.

L'aver iniziato a fare politica sin da ragazzini, quando ancora “non era di moda”, non dovrebbe essere un deterrente, anzi! L'aver partecipato attivamente alla vita di partito significa che, mentre qualcuno degli onorevoli che ora siedono in parlamento tra le file del Movimento 5 Stelle era occupato a far altro, eravamo noi a sfilare nelle manifestazioni in piazza, ad aprire i cortei e a farci sentire; eravamo noi a passare i pomeriggi dei week-end in sezione per vederci, confrontarci, organizzarci; eravamo noi quelli seduti a fianco dei candidati a stilare programmi elettorali durante le competizioni locali inserendo qualche idea “giovane”.

E quando scrivo noi, sia chiaro, mi riferisco a tutti quei giovani che sono cresciuti respirando la politica, indipendentemente da quale sia oggi il loro “colore”.

Chiaramente se si parla di cambiamento e novitá si deve pensare innanzitutto, prima che a nuovi volti a nuove idee e nuovi obiettivi…ed è anche e soprattutto in questo che le anime giovani nelle organizzazioni politiche possono essere utili. Siamo i primi a sentire sulla nostra pelle i disagi di una società allo sfacelo; viviamo immersi nella burocrazia delle segreterie universitarie per anni ma all'orizzonte non vediamo la possibilitá di un lavoro sicuro, sappiamo piú di ogni altro cosa voglia dire precarietá e la maggior parte di noi sa anche cosa significa fare i bagagli e allontanarsi da casa, dagli amici e dagli affetti per cercare "foruna" altrove.

E’ di questo che gli italiani vogliono che si parli, è per la mancata centralitá attribuita a questi temi che oggi si recrimina la distanza della politica dai problemi comuni, è per non essere stata abbastanza vicina ai cittadini con la mente e con il cuore che oggi la politica dei partiti è stata "punita"...ed è dai propri errori che si deve imparare e da cui bisogna ripartire!

Il cambiamento non si fa in una notte e neppure nel giro di 15 giorni, ma è necessario trovare il giusto equilibrio tra esperienza e novità…per noi giovani, per le donne, per quei cittadini che non hanno smesso di crederci, per chi oggi si trova a vivere in un Paese che non sa dare quanto dovrebbe e anche per la rinascita dei partiti stessi è auspicabile che quella stessa politica a cui tanto abbiamo dato fiducia, oggi ci dia -oltre che una speranza- anche il giusto spazio che meritiamo.

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